La fossa biologica, chiamata anche fossa settica, è un contenitore ermetico a tenuta stagna che raccoglie le acque reflue provenienti dagli scarichi domestici. Il suo compito fondamentale quindi è quello di convogliare le acque nere derivanti dal water insieme a quelle grigie e di separarne i componenti tramite apposite paratie trasversali e longitudinali. In questo modo i rifiuti solidi rimangono intrappolati mentre quelli liquidi, chiarificati e trattati, sono liberi di scorrere via.
Interrata generalmente a una profondità di massimo due metri, la fossa standard è dotata di una botola trasparente attraverso la quale controllare il grado di riempimento e il suo stato di salute. Può essere divisa in due o tre camere che comunicano tra di loro con tubi e deflettori a forma di T in modo tale che fanghi e croste possano sedimentare e non oltrepassare il primo strato. È dotata di un tubo di ingresso e uno di uscita e deve essere posizionata ad almeno un metro dalle fondamenta dell’edificio.
La Fossa Imhoff, che deve il nome al suo inventore, è formata da due vani, separati ma sovrapposti tra loro che funzionano in modo inverso rispetto alla fossa biologica standard. Il comparto superiore di sedimentazione presenta un canale parallelo al flusso delle acque e un foro di comunicazione con il vano sottostante. L’acqua che scorre lungo il canale viene filtrata per gravità e i rifiuti solidi sedimentano nello spazio sottostante, chiamato spazio di digestione. È proprio qui infatti che avviene la fermentazione a opera dei batteri anaerobici. Gli strati solidi quindi si depositano sul fondo e mano mano si ispessiscono.
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